Continuous Ground

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Un parco non è un luogo isolato. È invece una connessione ad una “terra continua”, un serie ininterrotta di piani collegati attraverso lo spazio e il tempo. Questa “terra continua” corre ovunque al di sotto della città: sotto gli edifici, sotto l’asfalto e sotto il cemento. Un parco non è un servizio aggiuntivo. Piuttosto, è l’assenza di costruzione. Nelle aree urbane di Melbourne, la costruzione di un futuro parco inizia con la ricostruzione della città, la riconciliazione con il passato e aprendo nuovi percorsi in avanti.
Questa proposta prevede la creazione di due paesaggi reciproci. Il Mercato Queen Victoria deve essere disassemblato e spostato per creare un nuovo spazio aperto in città. Il mercato sarà trasferito nella comunità di Moonee Creek, compresa fra l’E-Gate e i terreni ad ovest di questo.
Il mercato è attualmente costruito sulle tombe dei primi residenti di Melbourne. Questa proposta chiede che l’intero mercato venga spostato, liberando il terreno e riconoscendo rispettosamente sia quelli che vi erano, sia quelli che ancora rimangono sepolti sul posto. Verrà elevato un tumulo per ricordare ai cittadini il loro debito verso il passato e la responsabilità verso le generazioni future. Una volta rimosso il mercato, questa proposta vuole combinare il sito appena liberato e gli adiacenti Giardini Flagstaff in un paesaggio continuo che trae l’estetica dell’ispirazione dall’arte aborigena locale. I meandri circolari avvolgono i frequentatori del parco in recessi contemplativi, aprendosi poi in spazi di raccolta più ampi. Da Burial Hill, il punto più alto dei Giardini Flagstaff, ad un certo punto era possibile osservare vedute distanti della baia.

Man mano che la città cresceva, tuttavia, le vedute sono state rivolte verso l’interno. Questa proposta completa il ciclo e avanza l’idea della costruzione di un Memoriale formato da macerie, un sito per l’introspezione collettiva.

Infine, sono stati progettati il nuovo Port Market Wetland Park e la Moonee Creek Community per preservare la connessione al suolo, rendendolo pronto ad ospitare una popolazione in crescita. Il parco delle zone umide fa riferimento al Batman’s Swamp ed è progettato per supportare un habitat di paludi d’acqua salata, accettando sia le acque alluvionali in aumento che le acque piovane. La zona umida ripristinata è circondata dal mercato recentemente trasferito, e oltre, un nuovo modello di sviluppo propone che gli alloggi vengano intervallati da un ampi spazi verdi. Qui l’agricoltura urbana, un’opportunità per toccare e lavorare il suolo, è la prima strategia per interfacciare i cittadini con il terreno, collegando il loro futuro al passato, facendo crescere una comunità sana.

Jacky Bowring, membro principale della giuria della competizione, ha pubblicato un articolo a questo proposito nel numero di febbraio di Landscape Architecture Australia, che è stato successivamente pubblicato online il 1° marzo. Questo è ciò che ha affermato a proposito di questo progetto: “L’attenzione all’ecologia e le relazioni degli Indigeni con la terra sono integrate da grazie ad un’attenta lettura della storia. Pochissime proposte si sono concentrate in particolare sulla storia, ma Continuous Ground (premiato con la Menzione d’onore) riorganizza poeticamente elementi della città per porre l’accento sulla terra degli Indigeni al di sotto degli spazi urbani e contemporaneamente attivare un altra parte della città attraverso il trasferimento del Queen Victoria Market. Il controverso spostamento di un luogo storico – il Mercato – a favore di un altro, il suolo di sepoltura Aborigeno, stimola una profonda riflessione su come i parchi possano diventare delle dichiarazioni politiche”.

Dettagli progetto

Progettazione: Fionn Byrne
Luogo: Melbourne, Victoria, Australia
Concorso: Future Park International Design Competition
Anno partecipazione: 2019

Fionn Byrne

Fionn Byrne è un assistente professore presso la School of Architecture and Landscape Architecture presso l’Università della British Columbia, Vancouver, Canada. La ricerca di Byrne si concentra sulle relazioni tra natura, estetica ed etica, utilizzando il design speculativo per riformulare le narrazioni ambientali dominanti e immaginare futuri alternativi. L’interesse persistente nel lavoro di Byrne è quello di esaminare gli obblighi etici nel campo della progettazione. Sostiene che tutte le decisioni di progettazione implicano giudizi di valore, che qualsiasi atto di costruzione nel mondo è politico e che dobbiamo continuamente sollevare questioni di giustizia quando modifichiamo il nostro ambiente fisico.