Partendo dallo studio del sistema idrografico del territorio vicentino, la tesi indaga nuovi scenari di riconfigurazione paesaggistica di una infrastruttura idraulica: un bacino di laminazione sul fiume Bacchiglione a margine della città di Vicenza. Un’ opera pubblica inserita tra gli interventi previsti dal “Piano delle azioni e degli interventi di mitigazione del rischio idraulico e geologico” della Regione Veneto, corretto dopo l’alluvione che nel 2010 ha colpito il territorio vicentino. Il lavoro si articola in 2 fasi. La prima conoscitiva e interpretativa ha compreso approfondimenti sulle normative delle infrastrutture idrauliche, lo studio di sistemi di drenaggio urbano, letture interpretative dell’area e l’individuazione di casi studio. Una seconda fase di tipo inventivo e di prefigurazione di possibili assetti paesaggistici, è stata finalizzata all’elaborazione di soluzioni progettuali applicate a diverse scale spaziali e temporali, con l’obiettivo di trasformare in un parco periurbano multifunzionale il bacino di laminazione e il suo contesto di prossimità. Oltre alla creazione delle aree ad allagamento controllato, l’intervento mira ad aumentare la qualità ecologica ed ambientale di un “margine periurbano” e a restituire alla comunità un’area a parco pubblico atto ad ospitare attività ricreative e di vita all’aperto.

L’emergenza idrica e i suoi effetti sui contesti urbani costituisce non solo un aspetto di grande crisi che interessa l’intero mondo contemporaneo, ma anche un’importantissima occasione per il progetto di Architettura. Negli ultimi dieci/venti anni il fenomeno delle inondazioni urbane, fenomeno antico, ma reso sempre più frequente dai cambiamenti climatici, ha portato alla realizzazione, di numerosissimi progetti nella città, ad importanti sperimentazioni, tanto tecniche quanto spaziali ed ambientali. Esiste infatti oggi un campo di studio e di applicazione progettuale che si potrebbe chiamata della “infrastruttura idrica contemporanea”, in cui il ruolo dell’architetto è di primissimo piano. Con lo scopo di aprire e divulgare sempre di più questo ambito progettuale, la tesi, che illustra un progetto “tipo” di questa tematica intende da una parte presentare degli importanti spunti progettuali, dall’altra declinare delle precise strategie di intervento nella città contemporanea. La tesi non è solo rivolta ai progettisti ma anche a colore che si occupano più in generale di pianificazione e gestione del territorio, come tecnici e amministratori, ai quali intende fornire strumenti per comprendere la rilevanza dell’ampio fenomeno e le possibilità in essere.

Quest’area, nello stato attuale non è collegata con la città di Vicenza; è stato quindi necessario domandarsi come connettere le aree dei tre comuni a quello che sarebbe diventato un parco pubblico a forte attrazione e fruizione. Sono state analizzate, partendo dagli studi a livello urbano, le principali vie di connessione e sono state potenziate con piste ciclabili, dove la sezione della strada lo permetteva e nuove alberature, creando così delle greenways che potessero legare il Parco con le zone più sensibili dei 3 comuni. Altra tematica riguardanti le connessioni è stata quella dei parcheggi, necessari per permettere di raggiungere quest’area in autonomia con i propri mezzi. Per agevolare le persone che abitano in luoghi molto distanti o per aiutare gli anziani o le persone in difficoltà sono stati pensati dei nuovi parcheggi che in modo capillare vanno ad inserirsi sui perimetri arginali delle vasche così da rendere immediato e semplice l’accesso al bacino di laminazione. Un’altra fondamentale tematica è stata quella di rendere l’intero bacino fruibile e non lasciare ai cittadini solo i bordi degli argini. Quasi tutta l’area delle vasche viene utilizzata e così rende possibile il passaggio da una parte all’altra senza dover percorrere l’intero perimetro del Parco.

La prima tipologia di intervento comprende gli argini verticali formati artificialmente spesso presenti nei centri urbani. I muri di sponda servono sia come protezione contro le inondazioni che come rinforzo degli argini. La maggior parte sono stati costruiti secoli fa e quindi esistere nel contesto di un centro storico o di ex aree industriali e portuali. Una situazione particolare è quella dei fiumi che, dopo essere stati completamente banditi nei cunicoli sotterranei, ora vengono illuminati con la luce del giorno. L’effetto di queste sponde alte e verticali, tra le quali l’acqua è costretta e scorre molto al di sotto del livello del suolo, è che i fiumi sono effettivamente scomparsi dal paesaggio urbano. Il livello dell’acqua a livello medio/basso è così irrilevante che è appena percettibile. Tuttavia, sono proprio questi scenari fluviali ad essere di cruciale importanza per la trasformazione urbana e lo sviluppo di spazi aperti di alta qualità all’interno della città.
Il nuovo Parco Ulmo si presenta come un sistema ibrido che comprende, dentro di sé svariate funzioni. Il parco non si compone di una singola area monofunzionale bensì permette lo svolgersi di svariate attività al suo interno. Prima tematica di fondamentale importanza è stata quella di lasciare, all’interno del bacino, delle ampie aree ad uso agricolo che permettano ai contadini di svolgere la loro attività lavorativa. Le aree agricole inoltre sono state posizionate sulle più alte e favorevoli zone del bacino così da fare in modo che esse siano le ultime a riempirsi nel momento in cui fosse necessario laminare l’acqua del fiume. Questa soluzione permette sia lo svolgersi delle normali attività di agricoltura ma permette anche ai fruitori occasionali di aprire un ampio sguardo sulla realtà agricola del Veneto.
Altra fondamentale tematica è stata quella di lavorare sui riporti di terra e i giochi orografici. Questo approccio è stato il fulcro di tutto il progetto, infatti per ogni vasca sono state ipotizzate quattro diverse situazioni in base alla quantità di acqua presente nei bacini. In base alla quantità dell’acqua presente nelle vasche, infatti, vengono a crearsi nuovi spazi e nuovi percorsi, non sempre questi luoghi saranno fruibili al 100% ma proprio grazie all’attenta progettazione delle altezze e dal disegno delle curve di livello, le vasche non sono mai completamente inagibili.

Oltre alle normali quattro vasche di laminazione è stata pensata, nella parte nord del parco, una grande area golenale che funge da primo elemento di espansione dell’acqua. Un’altra area golenale viene invece ipotizzata nella parte sud del bacino; questa nuova zona è stata progettata per compensare il volume di laminazione che si è perso nei riporti di terra per gli argini e anche per l’inserimento della vegetazione che insieme vanno a togliere volume di espansione. Questo volume sottratto al totale della capienza del bacino viene appunto restituito da questa grande area realizzata in prossimità della quarta e ultima vasca di laminazione.

All’interno del bacino sono molteplici le aree che si vengono a creare, sia di svago che informazione, era importante infatti utilizzare materiali che potessero resistere in zone umide o anche completamente sommerse. Lo stesso atteggiamento progettuale è stato utilizzato nella scelta della vegetazione che potesse in parte compattare il suolo e anche resistere a brevi periodi di sommersione.

Per quanto riguarda la vegetazione le specie scelte sono state scelte riproponendo un habitat naturale analogo a quello delle risorgive del Bacchiglione che si trova poco più a nord del Parco Ulmo. Vengono utilizzate molto specie erbacee ed arbustive che possano compattare i suoli e depurare anche l’acqua in entrata e restituirla più lentamente e pulita. Per quanto riguarda le alberature vi è un utilizzo quasi permanente di specie di quarta e terza grandezza, sia per evitare problemi causati dal vento o dalle radici dei grandi alberi ma anche per non andare a sottrarre eccessivo volume alla capienza dei bacini.

Questo grande bacino di laminazione diventa quindi per i cittadini dei comuni di Vicenza, Caldogno e Costabissare un grande e variegato parco pubblico dove è possibile spendere il proprio tempo libero orbitando attorno a tre grandi comuni della provincia di Vicenza. Grazie anche alle nuove greenways e piste ciclabili, diventa semplice connettere tutti gli altri bacini di laminazione in un unico grande sistema di verde pubblico extraurbano che ha il compito di difendere la città di Vicenza dalle esondazioni ma svolge anche un importante funzione ecologia per l’abbassamento delle temperature il potenziamento della biodiversità e l’abbattimento della CO2.

Dettagli progetto

Design: Giacomo Premoli
Luogo: Vicenza, Italia
Tipologia: Parco urbano, bacino di laminazione
Anno: 2021
Titolo tesi: Parco Ulmo: Un bacino di laminazione come occasione per un nuovo paesaggio di margine urbano a Vicenza
Università: Università degli studi di Firenze
Corso di laurea: Architettura del Paesaggio
Relatore: Prof.ssa Anna Lambertini

Giacomo Premoli

Giacomo Premoli

Giacomo Premoli è un Architetto del paesaggio di Vicenza, classe 1995. Ha iniziato la suaformazione universitaria presso lo IUAV di Venezia, dove si è laureato nel 2018, per poi proseguire percorso di studi presso l’Università degli Studi di Firenze, dove ha seguito il corso di laurea magistrale in Architettura del Paesaggio. Concluso il percorso di studi, ha partecipato a diversi concorsi sia nazionali che internazionali nell’ambito dell’architettura e dell’architettura del paesaggio.