Spumeggiante, fredda / fiorita acqua dei torrenti, / un incanto mi dai / che più bello non conobbi mai; / il tuo rumore mi fa sordo, / nascono echi nel mio cuore. / Dove sono? Fra grandi massi / arrugginiti, alberi, selve / percorse da ombrosi sentieri? / Il sole mi fa un po’ sudare, / mi dora. Oh, questo rumore tranquillo, / questa solitudine. / E quel mulino che si vede e non si vede / fra i castagni, abbandonato. / Mi sento stanco, felice / come una nuvola o un albero bagnato.

(Torrente, Attilio Bertolucci)

Covone di Vento come esperienza d’arte ambientale, evento e poetica installazione, realizzata in residenza, presso “La Casa del Vecchio” (nel vicino appennino reggiano). Partendo dalla storia personale del “Vecchio costruttore di covoni”, proprietario della casa e dei terreni limitrofi, hanno costruito un’installazione capace di ricordare, segnalare e accogliere. Non un covone di paglia ma d’aria, forma mutevole, capace di filtrare la luce, riparare dal sole, diventare segnale-metafora di un paesaggio che necessita di scoperta, cura, incontri e socialità diffuse.

Covone di Vento come poesia dei campi, proiezione della natura che è dentro di noi. Il covone, mirabile costruzione agricola, ripensato in naturali forme intrecciate e capaci di cogliere la variazione della luce nel corso della giornata e delle stagioni. Covone-scultura, intreccio di rami e di aria entro le quali entrare, sostare, respirare o sospirare.

La classe 5H – Sezione Architettura e Ambiente, sperimenta un esercizio creativo (alternanza scuola/lavoro) che l’Associazione LAAI definisce manutenzione poetica. La co-partecipazione e il workshop con l’artista come esperienza che serve ad approfondire l’osservazione di quello strano spazio che si trova “tra” le cose ed invita con il gesto e l’intreccio, ad ascoltare, guardare e ri-scoprire spazio e luoghi.

Il workshop a cura di Antonella De Nisco e Giorgio Teggi prevede l’intreccio di potature con il coinvolgimento di un gruppo di allieve/i. Tale attività creativa, dell’Associazione LAAI, mantiene l’obiettivo di sperimentare nuove forme di utilizzo collettivo dello spazio come “manutenzione poetica dei luoghi”: architetture naturali tessute/intrecciate che possono assumere una dimensione affettiva, simbolica, evocativa; abitare i luoghi come un atto di ascolto, la capacità di immaginare oggetti, di riflettere sulla provvisorietà e sull’anima temporanea delle cose; stare accanto, con-vivere facendo esperienza del luogo attraverso punti significativi-narrativi, entrare in contatto, organizzare un luogo; uso dei materiali di scarto della natura come avvicinamento ad un’idea estetica da troppo tempo disabituata a cogliere la bellezza nella natura stessa;  arte come incontro di socialità che si può riproporre in altri contesti o/e capace di creare una ripercussione dove è stato realizzato un’azione di condivisione e confronto rispetto alla personale  esperienza di ogni partecipante.

Ogni opera d’arte è un pezzo di realtà / L’installazione è un testo a modo suo / Quindi può evocare e sottintendere / Lasciando microchimere / E preso qui in prestito e modificato un modo di dire / Il covone di vento / Sottintende / L’EGO NEL PAGLIAIO / Evoca / L’AGIO NEL PAGLIAIO / prendi parola per parola / la sua forma il suono il rimando / rimando parola / può comparire capriola scuola fienarola / il rimando di pagliaio / oltre che ghiacciaio acquaio formicaio / telaio / il rimando di pagliaio / può essere covone / che lascia il vuoto della mano e del suo dove e come / per riempirsi di un nuovo senso / e anche olocausto / sbucato dalla penna dalla testa dalla tastiera / del poeta / è una parola come un’altra / e all’olocausto della terra e della mente / la parola del poeta oppone sempre il rito dell’inconsistenza / perché poeta dice che ogni poesia scritta letta detta / col vento che entra ed esce a renderla mimetica / ogni poesia è una licenza / una licenza poetica.

(Volendo Incurrere [microchimerismo d’assalto], Francesco Gelati per l’inaugurazione del Covone di Vento, La Casa del Vecchio – 22 maggio 2022)

Dettagli progetto

Progettazione: Antonella de Nisco + Giorgio Teggi
Luogo: Casa del Vecchio APS, Vetto, Italia
Tipologia: Arte ambientale, installazione
Realizzazione: 2022
Costruzione: Classe 5H – Sezione Architettura e Ambiente, Liceo Chierici (RE)
Letture e visioni: Prof.ssa Silvia La Ferrara
Incursioni poetiche: Francesco Gelati
Performance inaugurale: RESPIRO, Annalisa Celentano con musiche originali di Ciro Nacci

Antonella De Nisco

Antonella De Nisco

Antonella De Nisco nasce a Bassano del Grappa e vive a Reggio Emilia. Artista e docente di storia dell’arte, affianca alle attività espositive collaborazioni in progetti, installazioni, eventi, lezioni e pubblicazioni. Dal 2010 collabora con la Scuola Estiva di Paesaggio Emilio Sereni (Gattatico) nella creazione di installazioni tematiche, laboratori di approfondimento e ricerca didattica. Da molti anni collabora con scuole, comuni, musei, teatri, intervenendo con mostre e installazioni sit specific nei luoghi naturali di giardini, parchi, sia in luoghi urbani / museali che in aree di margine.