592 – Giardino della Pace Italiano

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Il progetto intende valorizzare la topografia del sito, prodotta dai bombardamenti, che oggi presenta numerose lacune del suolo, nella forma di crateri di varia estensione e profondità, segni tra i più significativi della drammatica memoria di questo teatro di guerra. Al contempo si riconosce un valore nel sistema naturalistico che nel tempo trascorso dagli eventi bellici ha in parte riconfigurato il sito: da qui la volontà di mettere a reazione la morfologia del terreno con le qualità del bosco, in particolare i suoi caratteri più effimeri e variabili, legati ai cicli delle stagioni.

Gli avvallamenti sono perciò ricoperti da un telo bentonitico, che ne ricalca fedelmente la forma concava. I crateri tenderanno perciò a trattenere l’acqua superficiale e, dopo le piogge o dopo lo sciogliersi della neve, diventano dei piccoli bacini d’acqua, come lacrime su cui si riflettono gli alberi circostanti, il cielo, i visitatori. L’interazione con i cicli stagionali si realizza anche nella relazione con la vegetazione: il telo che è composto da tre strati – telo, un film di argilla, tessuto non tessuto – ostacolerà l’attecchimento delle erbe di sottobosco, rimanendo così riconoscibile la loro qualità di interruzione o cicatrice nel terreno originario, che subito fuori di esse si lascia colonizzare dalla vegetazione.
Questo contrasto introduce una riflessione sulle diverse qualità del tempo: da un lato il tempo della memoria, della permanenza, dell’immutabilità di eventi irrevocabili, dall’altro il tempo della vita biologica, dei fenomeni naturali, delle stagioni, che parlano di rinascita ma anche del valore dell’istante, della misura effimera dell’esistenza.

Il secondo elemento del progetto è costituito da una trama regolare di paletti che si sovrappone alla topografia e si mescola con il ritmo degli alberi seguendo un pattern geometrico basato su una rigida maglia quadrata. Questi cippi – paletti alti circa 65 cm, del diametro di 6 cm – sono pali che rievocano lo schieramento di un battaglione, dando misura allo spazio e rendendo percepibile la presenza massiva degli eserciti.
Si vuole suggerire il ricordo dei singoli individui che hanno combattuto su questo campo e al contempo il loro confondersi con il bosco cui appartengono. I paletti in legno infissi nel terreno sono un elemento già presente sul sito. La testa è stata dipinta di rosso. Affiancano i paletti lungo la griglia dei tulipani rossi (Tulipa ‘Big Chief’), il cui numero è di 592, un numero simbolico, in ricordo dei 592 italiani sepolti nel vicino Cimitero di Soupir.

Il terzo elemento del progetto è una fitta trama di fioriture, che nella quasi totalità sono formate da piante geofite. Bulbi di tipi differenti sono stati posizionati secondo un disegno a macchie, queste ulteriori fioriture tenderanno con il tempo a naturalizzarsi ed entrare a far parte del sottobosco (Muscari, Anemone e Viola).

Il giardino quindi si modificherà nel corso delle stagioni, accendendo e spegnendo i diversi livelli: l’acqua, i bulbi, le fioriture, i fogliami. L’unico livello che resta sempre presente sarà quello della memoria dei 592 caduti.

Dettagli progetto

Progettazione: Lorenza Bartolazzi, Luca Catalano, Claudia Clementini
Luogo: Craonne, Chemin des Dames, Francia
Tipologia: Giardino memoriale
Realizzazione: 2018
Direzione artistica: Gilbert Filinger
Costruzione: Nathalie Vallée, Gaël Chabin, Severin Leborgne
Esecuzione: Atena Paysage
Crediti fotografici: © Gaël Chabin, James Basson, Thilo Folkerts, Anselme Richalot

Lorenza Bartolazzi, Luca Catalano, Claudia Clementini